Nel Led dipinto di blu

QUALI SONO I RISCHI PER I NOSTRI OCCHI QUANDO LA LUCE “CONTIENE” QUESTO COLORE (STUDI, RICERCHE, MA NIENTE PANICO! L’IMPORTANTE È INFORMARSI)

Nel primo articolo che ho dedicato ai Led, dicevo che, per alcuni indubbi vantaggi, questa forma di illuminazione si è diffusa sempre di più negli ultimi anni. Ed è un bene, per il basso impatto ambientale, la riduzione dei consumi, il risparmio energetico…

Hanno anche dei contro i Led?

Dicevamo che bisogna perlomeno installarli in modo corretto, se vogliamo che non si surriscaldino e che durino a lungo, e anche che miracoli in bolletta non ne fanno (piuttosto è bene controllare i consumi degli elettrodomestici).

C’è un altro “contro”, purtroppo, ed è legato al colore blu.

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Viaggio dentro un led

CONSUMA MENO? E LA BOLLETTA? VA BENE PER CASA MIA? COMINCIAMO A CONOSCERE MEGLIO QUESTO TIPO DI ILLUMINAZIONE (E A SFATARE QUALCHE MITO…)

Li usano tutti, ormai, al posto delle lampadine tradizionali, e la motivazione, in genere, di chi non è esperto è: “Consumano meno e durano di più”.

Vero. Ma cosa c’è dietro a questa frase?

I LED possono avere dimensioni e forme diverse: all’inizio (primi anni ’80, erano rossi e si usavano nei circuiti o sui display; poi sono stati sviluppati in altri colori, a seconda del materiali con cui venivano costruiti, e oggi generano qualsiasi colore. Li troviamo anche sul nostro televisore, sul telecomando, sul pc, sulla radio sveglia, su altri elettrodomestici, sui cartelloni in autostrada, maxischermi, semafori… La svolta fu la realizzazione di LED bianchi e LED ad alta luminosità: grazie a questi, possiamo realizzare corpi illuminanti o tubi LED, sempre più usati nella illuminazione con una maggiore efficienza e durata

Per rispondere, dobbiamo partire per un viaggio immaginario dentro a un LED: una specie di Viaggio al centro della terra o una puntata speciale di Esplorando il corpo umano.

L’obiettivo è capire come funziona questa tecnologia – che è oggi è la migliore soluzione luminosa in commercio – più da vicino.

Riporterò anche dei commenti che ho trovato su dei forum online. Riguardano aspetti molto pratici dei LED, quindi ho pensato fosse utile scriverli e poi commentarli qui per voi.

Pronti?

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Un allarme che funziona bene? Dipende anche da te

È come il tagliando della macchina: se lo facciamo, manteniamo efficiente il nostro mezzo di trasporto e possiamo restare dentro la garanzia

LE RESPONSABILITÀ DELL’INSTALLATORE, MA ANCHE QUELLE DEL COMMITTENTE

La copertura assicurativa è prestata a condizione che l’assicurato sia in possesso del certificato di installazione; provveda all’attivazione tutte le volte che nei locali che contengono le cose assicurate non vi sia presenza di persone; lo mantenga efficiente”.

Questa è una frase che vi sarà capitato o vi capiterà di leggere, perché si tratta di una nota contenuta in un contratto di assicurazione sulla casa.

L’impianto, cui si fa riferimento, è “un impianto automatico di allarme antifurto”, e qui entro in gioco io.

Perché, attenti bene:

in caso di assicurazione sulla casa contro il furto, i primi documenti che vi chiederanno saranno le certificazioni dell’impianto di allarme. E, se un impianto non ha le certificazioni, non solo molto probabilmente non funzionerà come dovrebbe (e già qui…), ma potreste vedervi tolti eventuali risarcimenti dell’assicurazione, se nel contratto di assicurazione avete dichiarato di avere un impianto di allarme.

Questo implica che, a monte, siano rispettati degli obblighi molto precisi, sia da parte di chi installa l’impianto, sia da parte di chi commissiona il lavoro (il cliente, voi):

  • l’installazione di un impianto di allarme deve essere a norma;
  • l’installatore ha delle responsabilità, da contratto;
  • l’installatore deve rilasciare una certificazione (vedremo quale);
  • anche il cliente ha delle responsabilità.

Analizziamo un punto alla volta.

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Domotica, Google Home… perché evitare il fai da te

 

RISPARMIARE SUI COSTI DI INSTALLAZIONE ESPONE A UN ALTO RISCHIO DI GUASTO E CYBER ATTACCHI

Ne avrete sentito parlare: Google Home Mini è “il tuo assistente, in ogni stanza”. Controllo vocale, informazioni sul meteo e il traffico, controllo della tv e della musica… tutto con comandi vocali. Amazon ha, sul suo sito, una intera sezione dedicata alla domotica. Apple ha creato l’Home Kit.

Nulla contro queste aziende e i loro prodotti; da qui, però, alla domotica, il passo da fare è lungo. In questo post voglio spiegarvi perché.

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Videosorveglianza e GDPR: la sicurezza su schermo (non solo sulla carta)

Photo by Matthew Henry on Unsplash

L’EUROPA CHIEDE ANCHE AGLI INSTALLATORI

DI (IN)FORMARSI PER GARANTIRE IL RISPETTO DELLA PRIVACY

 

Partiamo da due dati:

  • nel 2017, il mercato dei prodotti per la videosorveglianza ha raggiunto, nel mondo, un valore di 15,87 miliardi di dollari (+5,9% rispetto al 2016);
  • la videosorveglianza rappresenta il 54,5% dell’intero business della sicurezza fisica.

(i dati sono presi dal Memoori Annual Report)

A questi numeri, che mostrano quanto il mercato della videosorveglianza sia in movimento, aggiungiamo una data, stavolta: il 25 maggio, quando sarà applicabile in tutti gli Stati membri dell’Unione europea il GDPR, di cui tutti parlano.

È un regolamento che nasce per garantire il corretto trattamento e la tutela dei dati personali dei cittadini di tutta l’Unione.

I settori interessati da questa norma saranno molti, molte le aziende e i professionisti che dovranno adeguarsi, se non lo hanno già fatto.

In questo post, però, vedremo come verrà applicato il GDPR al settore della videosorveglianza.

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