“A casa di…” #2 un vero impianto domotico per risparmiare sui consumi

 

SECONDA PUNTATA DELLA SERIE NEI MIEI CANTIERI: QUANDO IL CLIENTE TI CHIEDE DI TENERE D’OCCHIO I CARICHI DI CORRENTE E LA PRODUZIONE DI ENERGIA

Siamo alla seconda puntata della serie “A casa di…” Per chi si fosse perso la prima: è una serie in cui vi porto in alcuni cantieri, veri, dove ho installato degli impianti e mi sono confrontato con i clienti.

Mantengo la struttura dell’altro articolo, quindi vedremo:

  • le richieste iniziali dei clienti;
  • come le ho interpretate assieme a loro;
  • le soluzioni che abbiamo scelto.

Ho diviso l’articolo in due parti: nella prima, qui sotto, approfondiremo l’impianto domotico, nella seconda, che pubblicherò la prossima settimana, vedremo l’impianto di allarme, l’illuminazione, il fotovoltaico, l’aspirazione centralizzata. Dicevo, qui parlerò di domotica perché con questi clienti ci siamo concentrati su un fattore importante: quello dei consumi. Come un impianto domotico consenta di risparmiare sui consumi (ne ho accennato già in un altro articolo).

Iniziamo!

LO STILE DELLA CASA

Moderno.

RICHIESTA INIZIALE

Un impianto domotico che controllasse e gestisse tutta la casa: le luci, le temperature, i consumi elettrici… con un’attenzione speciale per i consumi. Infatti per il riscaldamento era stata scelta una pompa di calore e per cucinare una piastra a induzione. C’era la necessità di tenere sotto controllo questi carichi, e se possibile, farli interagire con l’impianto fotovoltaico che sarebbe stato realizzato.

QUALE TIPO DI IMPIANTO HO INSTALLATO?

Un impianto domotico con protocollo konnex (ne ho già parlato un po’ qui, spiegando perché serve un protocollo “serio” per i nostri impianti domotici… scusa, Google! E lo approfondirò ancora perché è importante).

Perché abbiamo scelto questo tipo di impianto: ho spiegato ai clienti come funziona, e abbiamo scelto questo sistema perché le sue componenti non sono di una sola marca, ma è un sistema aperto. Mi dava più garanzia nel tempo di trovare i pezzi; in più, avevo la flessibilità di usare apparecchi di marche diverse. Cosa non da poco!

L’impianto domotico che ho installato era “completo” già dall’inizio?

All’inizio ho previsto solamente il controllo delle luci e la termoregolazione; dopo un po’ di tempo che i miei clienti vivevano lì, è subentrata la necessità di controllare anche i carichi principali di corrente e di gestire il sistema da remoto.

Come è fatto, quindi, l’impianto domotico?

  • Controllo delle luci e di due tende motorizzate: funziona con i pulsanti “classici”, si accende e si spegne la luce che si vuole accendere o spegnere e si alzano e si abbassano le tende. Alcune luci funzionano sia con il comando manuale che con il crepuscolare: si accendono quando viene buio e si spengono quando fuori comincia a essere chiaro. In più ci sono dei comandi di spegnimento totale nel disimpegno notte e nella porta di ingresso. Molto comodi.
  • Termoregolazione: ho installato delle sonde di temperatura nelle varie stanze, gestite da un unico pannellino (funge anche da sonda nella zona giorno). Molto comodo anche questo sistema: si gestisce tutto in un unico punto (senza il rischio che qualcuno alzi troppo il termostato) e si visualizza contemporaneamente la temperatura rilevata in ogni stanza.
  • Controllo e misurazione dei carichi di corrente elettrica: ho installato degli apparecchi (chiamati “pinze amperometriche”) che misurano i carichi, ovvero:
    1. la produzione del fotovoltaico;
    2. il consumo totale dell’abitazione;
    3. il consumo della pompa di calore;
    4. il consumo di una resistenza nel bollitore dell’acqua calda sanitaria
    5. il consumo della linea dei frigoriferi.

Alcune particolarità:

  • ho inserito un salvavita solo per i frigoriferi e i congelatori, per evitare che un guasto in una qualsiasi zona della casa lasci senza corrente questi carichi. Questo salvavita è inoltre dotato di un contatto che, se scatta, manda subito un avviso, dicendo che i frigoriferi sono senza corrente, evitando così inconvenienti (per esempio, se non c’è nessuno in casa).
  • È stato deciso anche di avere la misura precisa di questo carico, per vedere, con il passare degli anni, la perdita di efficienza (o eventuali guasti o anomalie) su questi elettrodomestici e correre così ai ripari tempestivamente. Infatti spesso ci si accorge che consumano troppo solo dopo averli cambiati, leggendo la prima bolletta… e questo vuol dire sprecare soldi di energia per tanto tempo.
  • La resistenza sul bollitore dell’acqua calda sanitaria può essere attivata manualmente o da remoto.
  • Sulla pompa di calore, c’è un comando che la blocca se il consumo generale dell’abitazione va oltre certi limiti, rischiando di far scattare il contatore dell’Enel. La pompa di calore è la componente che consuma di più, e con questo comando blocco l’impianto fino a quando i consumi non tornano alla normalità.

Non tutto subito

Spiegavo già in questo articolo che non serve fare “tutto e subito”.

Tra l’altro, a breve farò una modifica della programmazione, e si potrà vedere quando la produzione di energia dal fotovoltaico è superiore a quella che si sta consumando in casa (e quindi usare questa energia per riscaldare l’acqua). Non solo: si accenderà in automatico la resistenza dell’acqua calda a seconda dell’energia prodotta dal fotovoltaico che non sto usando.

Altra cosa: come ho detto, il controllo dei carichi e la gestione della domotica da remoto sono due funzioni aggiunte in una fase successiva, adattando l’impianto alle esigenze di chi è andato ad abitare nella casa (nel tempo, si potranno modificare l’accensione delle luci o altri comandi). Non è stato necessario aprire scatole e passare nuovi cavi: sono stati aggiunti dove servivano gli apparecchi (per lo più dentro il quadro elettrico), cambiando – molto rapidamente – la parte di programma interessata.

La prossima settimana vedremo come ho organizzato l’impianto di allarme, l’illuminazione, il fotovoltaico, l’aspirazione centralizzata e anche la rete dati: stay tuned!